Un podio da record per Nadia Battocletti, che si è piazzata terza ai 5000 metri del Golden Gala “Pietro Mennea”. Anche Furlani fa sognare

È bastato uno sguardo al cronometro per capire che sarebbe stata un’altra serata da ricordare. Nadia Battocletti, in un clima quasi da stadio calcistico, ha acceso il pubblico romano con una delle migliori prestazioni della sua carriera. Terzo posto nei 5000 metri del Golden Gala “Pietro Mennea”, ma soprattutto un tempo clamoroso: 14’23″15, nuovo record italiano.
La portacolori delle Fiamme Azzurre ha confermato ancora una volta il suo feeling con lo Stadio Olimpico, dove solo dodici mesi fa aveva conquistato due titoli agli Europei.
Questa volta, a batterla sono state solo due fuoriclasse: la keniana Beatrice Chebet, oro olimpico e autrice della seconda miglior prestazione mondiale di sempre (14’03″69), e l’etiope Freweyni Hailu, seconda in 14’19″33. Battocletti, però, si è lasciata alle spalle una leggenda vivente come Gudaf Tsegay, primatista mondiale della distanza, giunta quinta.
Parole semplici, ma piene di emozione, quelle della mezzofondista trentina a fine gara: “Non pensavo di abbassare così tanto il mio primato. Sono davvero felice, anche perché mi sono divertita tantissimo in questo stadio meraviglioso. Il pubblico mi ha trascinata dall’inizio alla fine, mi ha commossa. Sto bene, ma so che c’è ancora da lavorare. I 5000 metri per me sono sempre una sfida affascinante”.
Furlani tra grinta e piazzamento: secondo per un soffio
Lo stesso clima, fatto di calore e attesa, ha accompagnato anche Mattia Furlani, chiamato a esibirsi nel salto in lungo. Il talento azzurro, classe 2005, non ha trovato la serata perfetta, ma ha messo in mostra ancora una volta il suo temperamento da campione: secondo posto con 8,13 metri all’ultimo tentativo.

Una misura importante, che gli aveva temporaneamente consegnato la vittoria, prima che l’australiano Liam Adcock piazzasse un balzo da 8,34 proprio in chiusura. Dietro di lui è finito anche Miltiadis Tentoglou, campione olimpico e riferimento assoluto della disciplina, fermo a 8,07.
Il racconto di Furlani, a fine gara, è lucido e sincero: “È stata una gara difficile. La pedana era complicata da interpretare, serviva rompere un po’ il ghiaccio. L’avevo detto che sarebbe stato un test mentale. Alla fine sono soddisfatto: so di valere misure più alte, ma contava il piazzamento”
Il prossimo appuntamento è già segnato: Turku, Finlandia. Ma la sensazione è che, anche senza la misura perfetta, il 2025 stia diventando l’anno della consacrazione definitiva.